Veggie Pride

Ovvero, la violenza mascherata dei vegan.


Sono vegan da 10 anni e quest’anno per la prima volta ho deciso di partecipare al Veggie Pride che si svolge ogni anno a Milano. La manifestazione si è svolta Sabato 18 Giugno e siamo partiti da piazza Missori per finire in piazza 24 Maggio. Al ritrovo c’erano tantissime persone con cartelli e manifesti. Alcuni con degli aforismi più o meno famosi, altri con frasi del genere “Carne è abominio”, “Carne è tortura e morte”. Poi a seguire questi slogan c’erano immagini di macelli, animali sgozzati, polli appesi e grondanti sangue. Alcuni cartelli dicevano “tu sei complice” altri “questo è quello che metti sul piatto”.


Poco più in là delle persone vestite di nero e con maschere bianche credo volessero simboleggiare la morte che sta nei piatti di chi mangia in maniera onnivora.

Gli slogan che venivano urlati erano abbastanza violenti e cruenti della serie “Nel tuo piatto è morte quello che mangi” o cose del genere. La ragazza che ha fatto il primo discorso partendo da Piazza Missori era barcollante e diceva cose senza senso a volte della serie a un certo punto io e il nostro gruppetto ci siamo guardati e abbiamo detto: “Ma lo ha detto veramente?” Perche aveva appena urlato: “Ci sono le carote, ci sono le scarpe e ci sono gli animali!” Bah molto suggestivo forse, ma a guardare le facce dei passanti schifati da tanto odio e violenza nei loro confronti (gratuitamente e a prescindere) rifiutavano volantini, informazioni e sorrisi.

Sfido io a sentirti dire che sei un assassino e una “merda” e accogliere con gioia nel tuo cuore uno stile di vita che ti fa girare ricoperto di finto sangue a urlare alla gente che stanno commettendo l’olocausto animale e sono complici della morte e quindi assassini.

Non vi dico quando siamo passati davanti al McDonald’s, ok io sono contrario alle politiche di McDonald’s e sono vegano quindi proprio non li stimo, anzi mi fanno schifo, ma mettersi davanti la porta, urlare “Assassini”, “vergogna”, “criminali”, “Pezzi di merda”, non ha ottenuto altro risultato che lo schieramento della polizia davanti alle vetrine del negozio, e i clienti addentavano davanti le vetrine con maggiore gusto quei prodotti orrendi. Proprio un bel lavoro.

Tra gente incatenata, con cartelli al collo, musica mortuaria, urla da stadio violente il corteo si è un po’ assottigliato e alla fine è arrivato in piazza XXIV Maggio e la gente si è radunata per parlare dei fattarelli propri. A quel punto, avendo ormai sfilato per dare voce a chi soffre in silenzio, me ne sono andato perchè non ho tollerato l’atteggiamento e il modo di condurre una occasione come questa.

Per me il Veggie pride deve far vedere quanto bene si sta a vivere da vegan/vegetariani, essere un momento di festa, far vedere alle persone che non siamo strani pazzi hippy ma persone normali che hanno fatto una scelta e che si può fare. Invece di mettere gioia si è messo noia, pesantezza e tristezza, nessuno potrà mai desiderare una vita di pianti, scene violente e tristezza. Se avessimo sfilato ballando e mostrandoci in salute sicuramente qualcuno che passeggiava si sarebbe unito e avremmo fato tutti festa insieme, unendo e non dividendo.

Quella violenza tipica di molti ambienti vegan/vegetariani è quello che fa disgiungere i movimenti vegetariani portandoci ad essere isolati, inascoltati e con problemi di alimentazione fuori casa. I Veg Terroristi non li ho mai sopportati. L’anno prossimo andrò di nuovo a vedere che aria tira, se l’atteggiamento non cambia, non sfilerò neppure. Con il mio blog, con la mia vita, con i corsi di cucina vegan, porto un messaggio dissonante con il dire “Sei una merda se mangi carne”. Io sostengo “Si può vivere benissimo senza fare del male a qualcuno. Prova”. Il resto è violenza repressa contro se stessi che si sfoga violentando incauti passeggiatori del sabato.

105 pensieri riguardo “Veggie Pride

  1. Aspettavo questo tuo reportage che condivido in ogni parola, assieme a te è stato il mio primo veggie pride ma credo che come dici se tu se saranno sempre così dubito che parteciperò ancora! Non credo sia il modo giusto di propagandare la cultura vegana nel rispetto di tutte le creature viventi! Io stessa per un attimo ho avuto paura quando e vedendo una ragazza col il dito indice alzato davanti a MDonald, mi son detta: io non mi ci rispecchio per nulla con questi vegani/vegetariani 😦
    Gli insulti rivolti alle persone onnivore non servono certo a far capire loro quanto si possa essere felici ad essere vegani. Certo bisogna far capire anche che mangiare carne vuol dire violenza verso gli animali e il loro sfruttamento ingiustificato ma il luogo giusto non è certo per strada dove chi ti vede pensa solo che tu sia un esaltato.
    Certo non tutti possiamo vederla allo stesso modo, ognuno è libero di manifestare come crede ma io preferisco cucinare uno dei miei manicaretti per proporlo anche a degli onnivori in modo che possano vedere e sentire con le proprie papille gustative che vegan è buono 🙂
    Un abbraccio

    1. Grazie per le tue parole e sono felice di trovarti d’accordo anche su questo. Non bisogna solo partire dalla tavola sono d’accordo e non bisogna sottovalutare. Però bisogna invogliare non terrorizzare secondo me…

  2. Parole da brivido Mirko, che condivido al 100%.
    Mi batto anche io contro la violenza che viene fatta per battersi contro la violenza. Se si vuole raggiungere un obbiettivo di sensibilizzazione, si deve essere testimoni! Tu per i vegan lo sei, e questo bellissimo articolo ne è l’ennesima testimonianza.
    Questi “veg-terroristi” non capiscono che agendo così fanno male alla causa?
    Nel mio piccolo testimonio l’essere vegetariana (quasi vegana, dai…) con i fatti, non terrorizzo nessuno, e non voglio che si creino classismi inutili. Piuttosto creo delle cene a tema, sponsorizzo la creatività della cucina vegana!, parlo e mi rendo anche esempio di salute!
    E so che non sono gesta sprecate, anzi!
    Un abbraccio, Elena

    1. Brava Elena non mollare e sappi che io no faccio una classifica di valori sul quanto meno animale mangi! Della serie se quelli dell pride fossero tutti vegani, sicuramente per la causa hanno fatto meno di un animalista che è onnivoro ma fa volontariato al canile. Io la vedo così!

  3. Carissimo Mirko, che bello leggere queste parole. 🙂
    Recentemente mi sono confrontata sull’argomento e sono giunta a riflessioni molto simili alle tue.
    Non sono contraria a portare all’esterno quelle che sono le nostre esperienze, diciamo che sono contraria ad alcuni modi di portarle all’esterno, modi che a mio parere sono svantaggiosi proprio per la causa che stiamo perseguendo.
    Avere un atteggiamento non giudicante e non supponente è fondamentale per far sì che qualcuno ascolti le nostre parole. Credo che la Non-Azione sia l’Azione più grande che si possa fare. Attenzione: la Non-Azione per me non significa essere passivi ma significa indirizzare lo sguardo sul il nostro comportamento per far nascere riflessioni nell’altro.

    In questo modo cadiamo nella trappola del giudizio, del sentirci eletti, di sentire che siamo diversi e migliori degli altri.
    Imparare a guardare con gli occhi degli altri è il primo modo per avvicinare chi non conosce questo mondo.
    Quanta compassione, quanta armonia, quanta consapevolezza ci vuole per avere un atteggiamento non giudicante nei confronti degli onnivori? TANTA. Il movimento Veg è abbastanza maturo per smettere di puntare il dito e rendersi conto che, come diceva il buon Gandhi, dobbiamo semplicemente ESSERE il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo?

    Spero che parteciperai al corso di cucina del 3 luglio per poter approfondire con te l’argomento.

    Un saluto da Laboratorioveg.it

    1. Si ma poi eletti per cosa’ Chi ha detto che ci servono profeti illuminati? Il mio è uno stile di vita che rifiuta la violenza e non me ne frega niente se altrettante persone credono che il mio lavoro sia inutile. Essere dalla parte del giusto è sempre pericoloso perchè bisogna decidere “giusto” per chi! Il 3 Luglio purtroppo non ci sarò sono in Toscana per lavoro. Quanto al puntare il dito ricordo sempre il detto tibetano:
      Attento a puntare il dito verso qualcuno. Perchè uno punta verso quella persona, ma tre puntano verso di te.

      1. Hai selezionato la frase che nessuno riesce mai a capire. Non hai idea di quanto tempo impieghi per spiegare il mio punto di vista sulla questione. Ti ringrazio per averla capita. Grazie Ali! 🙂

  4. Riporto il messaggio che ti ho lasciato su fb 🙂

    Sante parole. Questa violenza è la stessa che mi fa stare lontana dagli ambienti/forum/associazioni vegan, la stessa che mi ha fatto tentennare a lungo prima di fare questa scelta: per quanto assurdo la paura era proprio quella che si instaurasse in me la stessa rabbia, con l’alternativa di ritrovarmi sola. Non solo vegan in mezzo ai mangiatutto, ma anche sola in mezzo ad un mare di gente incazzata, negativa e violenta.
    La stessa che mi ha fatto impiegare mesi prima di “dichiararmi” agli amici in quanto tale.
    Non so, a volte la sberla in faccia probabilmente funziona, ma sono anch’io dell’idea che nessuno ci ascolterà mai finché continueremo(anno) ad accusare e puntare il dito.

  5. Concordo pienamente! È chiaro che spiegare con argomenti razionali, scientifici ciò che sta dietro ad una semplice fetta di carne, portare degli esempi ecc è molto più difficile che attaccare gli altri, ma non sempre la via più facile è la migliore!
    Anche a me non piacciono queste cose “cruente” e sono convinta che la gente poi non ascolti. Purtroppo ciò è comprensibile; penso che chiunque se attaccato si chiuda in se stesso.

  6. Ciao Mirko, ti seguo assiduamente e il tuo resonconto di oggi sul Veggie Pride mi ha rapita. Quoto ogni tua sillaba. Sono dell’idea che la scelta vegetariana/vegana sia una scelta etica individuale che ha una portata sì globale ma che non può essere imposta come un credo o come un dovere. Le urla, gli insulti, l’ncapacità di ascoltare gli altri (in questo caso gli “onnivori”) e di prenderli in considerazione come esseri pensanti e senzienti, ritengo sia solo controproducente, oltre che contraddittorio. Non si può essere promotori di un modo di vivere non-violento, di rispetto, di riduzione della sofferenza, per poi comportarsi in maniera violenta e irrispettosa. E’ un modo di agire che allontana piuttosto che avvicinare e che non può consentire l’approcciarsi di nessuno alla filosofia/modo di vivere vegetariano/vegano.
    Mi è piaciuto leggere le tue parole perché a volte mi sento strana a essere vegetariana ma a non pensare di dover “convertire” tutti i “dissidenti” in maniera violenta e denigratoria.
    Buona giornata

    Giulia

  7. Anche io sottoscrivo completamente. Tante persone sono sensibili alle problematiche associate al consumo di carne, e il più delle volte si ottengono grandi risultati semplicemente indicando un’alternativa, e mostrando quanto questa sia soddisfacente.
    Limitarsi a osteggiare gli onnivori non solo è sbagliato come principio, ma è controproducente. Se già i vegetariani sono considerati “gente un po’ strana piena di fisime” i vegani hanno una fama di psicopatici misticheggianti, gente strana da evitare. E’ veramente importante infrangere questi pregiudizi… Ci sarebbe quasi da fare attivismo-antiattivismo…

    1. Pienamente d’accordo e credimi che Sabato si è testimoniato a favore di chi pensa che siamo gente bizzarra e matta! Per fortuna non lo pensiamo tutti e sono felice di vedere che siamo in tanti. 🙂

  8. Concordo… Non mi Ripecchio con i Gruppi che ODIANO altre Persone x le loro scelte Alimentari.. e anzi.. alcuni li vorrebbero vederli anche MORTI.. ma si può.. ASSURDOOO… !!! Come si fa a Rispettare una Vita di un Animale.. se non si Rispetta neanche quella di un Umano…!!! Non sono Frikkettona… non mi ritrovo nel PEACE AND LOVE .. ! Ma piuttosto che sputar Merda e Insulti Gratuitamente.. sono più x un Dialogo Aperto…!!! Quando ho fatto il Passaggio da Vegetariana a Veggie… anche io ho Guardato Maree di Filmati Violenti e Informazione Crudeli.. x cui.. Informare penso sia Corretto… ma come si dovrebbe divulgare l’ Orrenda Verità.. bisognerebbe divulgare anche altri aspetti di questa Scelta…in un Unica Parola…che x Me non è esclusivamente AMORE.. ma ..RISPETTO…. !!!… TUTTI HANNO UN CUORE… BASTA FARLO BATTERE !!!

    1. Flavietta hai ragionissima ma non è in una manifestazione in cui la gente ti subisce come massa umana che devi offendere, lì devi conquistarli con la gioia. Ci sono altri luoghi per informare. Questo è il succo. Farsi vedere tristi e strani non è piacevole per nessuna cosa

  9. Ciao Mirko,
    ho letto con grande piacere le tue parole. Alla fine non sono venuta, sabato pomeriggio, e devo ammettere che ora non me ne pento. Credo anch’io che l’alternativa alla carne ci sia, eccome, ma deve essere pacifica: come hai detto tu, è molto difficile convincere la gente della bontà di una scelta quando prima li si è insultati perché quella scelta non condividevano. E da brava vegetarianatendentevegana, gandhiana oserei dire, non posso che appoggiare il tuo discorso.
    Un abbraccio!

  10. Grande Mirko…
    Anch’io non sopporto i veg*-terroristi…
    Si da proprio una brutta immagine di ciò che vuol dire essere veg*ani, ci si tira addosso l’ira di chi non lo è e non sa cosa voglia dire… già siamo continuamente additati, snobbati, insultati a volte… questo non fa che peggiorare la situazione!!!

  11. ciao mirko!
    mi piace molto il tuo sito. Non sono vegana ma condivido il tuo pensiero soprattutto in queste occasioni perchè dimostri che quando si sta bene con sè stessi si possono dare consigli senza però imporre il proprio pensiero ad altri. L’altro non è tenuto a pensarla nel mio stesso modo. Quello che da entrambe le parti è necessario è il rispetto per le scelte dell’altro. La condivisione dei punti di vista è un momento di confronto e di arricchimento per entrambe le parti ma è da tenere presente che una posizione non nega l’altra.
    Continua così.
    cate

  12. Condivido completamente….. ti immagini sfilare e far vedere a tutti quando sono belli i vegani!!!! Si perchè la nostra “dieta” o meglio scelta ci fa mangiare sano, senza tossine, senza grassi inutili, le nostre arterie sono pulite, la nostra pelle è luminosa, i nostri capelli lucenti, ci abbronziamo con facilità, siano scattanti, felici e sereni. Questo è il messaggio che deve uscire dalla nostra scelta, una scelta sana e consapevole. Il rispetto è importante, desidero, voglio essere rispettata è assolutamente normale rispettare le scelte altrui, posso solo dimostrare, i benefici non solo su me stessa ma tutto quello che mi circonda della mia scelta, posso spiegare che il cambio drastico di mentalità influirà positivamente su tutto il mondo, basta con popolazioni che muoiono di fame, meno inquinamento e sopratutto basta con questi cibi contrafatti e mortali.
    Bravo Mirko un bellissimo reportage!!!

  13. Ciao Mirko, anche io mi sono trovata all’interno del corteo sabato ma non ho letto il risultato finale così negativo e triste. Anzi! Io mi sono divertita, ho conosciuto finalmente un po’ di Veg, persone alle quali non devi spiegare perchè già la vedono come te. Credo che i cartelli e gli striscioni ci stiano, le persone onnivore non sanno cosa c’è tra il piatto e l’animale, fanno finta di non vedere per non sentirsi in colpa secondo me! E quindi 1 volta all’anno i discorsi si possono fare…Non mi sono accorta delle urla al Mc, ero forse + indietro, ma il folclore delle maschere e delle reti secondo me qualche coscienza la smuove. Non chiedo che tutti diventino domani veg, ma che almeno ci sia un po’ di consapevolezza in +. PS Non conoscevo il tuo blog, ma lo visiterò da ora! Ciao, tita

    1. Ciao Tita, non so se tu sia nata vegana o no. Quando mangiavi carne non sapevi da dove venissero gli animali e il cibo sul tuo piatto? Davvero? Mi sembra curioso davvero. Purtroppo miito in ambienti vegan e vegetariani da parecchi anni e devo dirti che il veggie pride mi è sembrato più uno sfogo di frustrati che una festa o una cosa che portasse consapevolezza. Se anche gli “onnivori”, come dici tu, non sapessero cosa c’è nel piatto, dirgli che sono delle merde e fanno schifo mangiando la carne e i derivati in quel modo li ha fatti riflettere? Secondo me ha solo aumentato la consapevolezza che i vegetariani sono tutti pazzi esaltati e rompiballe. Il contraio di quello che voglio essere. Come puoi vedere dai commenti non sono il solo a pensarlo e grazie al cielo non prenderò più parte a certe cose in questo modo. Spero di cuore che la mia posizione non sia troppo in conflitto on la tua. Noi vegan infatti a quegli slogan sorridevamo e dicevamo vabbè…la gente era un po’ disgustata e ci guardava proprio come freaks…

  14. con me sfondi una porta aperta.
    sempre mal sopportato i compassionevoli part-time… quelli che hanno compassione solo per chi e come dicono loro 😦

    baci amico!

    1. Non solo una persona su fb quando le ho detto che credevo ci fosse troppa violenza mi ha risposto (cito letteralmente): capisco la tua positività, ma non esistono i veg da pochi anni, eppure la gente non cambia, seppur informata. tra una mucca e una persona che sta ammazzando la mucca io ammazzerei la persona. io non ero tra quelli che urlavano, e ieri ero vestita da pin up perchè il veggie pride è una sfilata di gioia, non ha senso urlare fuori al mc donald. però ha senso entrare in un macello e far uscire tutti i nostri fratelli, e se qualcuno si mette tra di noi e l’obiettivo diventa un nemico.
      Personalmente credo che scrivere cose del genere denota poca emotività reale ma solo rabbia che si trasforma in altro…

  15. Sono d’accordo anch’io con tutto quello che avete detto.
    Con gli insulti e gli slogan “razzisti” contro chi non è vegetariano o vegano si finisce soltanto per risultare degli invasati e di conseguenza il messaggio positivo che si vuol dare non viene recepito.
    Anche a me viene spesso in mente quel detto tibetano “Attento a puntare il dito verso qualcuno, perchè uno punta verso quella persona, ma tre puntano verso di te” e m’ha fatto un immenso piacere scoprire che c’è qualcun’altro che lo conosce ma sopratutto che se ne ricorda!
    Ciao 🙂

  16. Io concordo con Azabel, la sberla in pieno viso (metaforica) a volte ci vuole ma deve essere dosata sapientemente. Io ho partecipato al primo VP, a Roma, con la speranza che fosse una cosa festosa e carina (esattamente lo stesso che dici nel tuo post) e invece è stata una via di mezzo… da quanto ho capito, le manifestazioni di Milano sono state subito improntate alla marcia funebre e ti dirò che a me per prima passa la voglia di andare a una cosa del genere. o.O
    Per carità, come dicevo più su è importante anche mostrare la realtà e la violenza del mangiar carne, ma secondo me bisogna saperlo fare e saper riconoscere il momento/contesto opportuno. E comunque si prendono più mosche col miele che con l’aceto, come dice il proverbio.

    1. Bisogna saper valutare le situazioni. Non serve schiaffeggiare e colpire in un momento d’incontro ma serve unione, informazione, incontro. Fare vedere i macelli, sangue e altre schifezze ci sono altri momenti e altri modi…

  17. Grande MIrko!Bell’articolo e lo dimostrano i tanti commenti! Il miglior insegnamento é l’esempio!Con un nuovo spirito positivo si potranno dare nuovi stimoli e un giorno forse potremo dire che tutto é partito da qui, da questo blog, da questo articolo e da queste persone!
    Intanto continuo a sognare il prossimo veggie pride come ce lo siamo immaginati (si si…anche la vasca di vodka con fragole galleggianti…so che Chicca appoggia!!!)
    baci a domani

  18. Ripeto quello che dico da sempre: la gente che si comporta così non è animalista, è solo gente frustrata e isterica che va a sfogare le proprie frustrazioni con la scusa dell’animalismo. Chi vuoi che si avvicini se gli urli che è un assassino? Non gli stai dando niente su cui riflettere.
    Spero che la smettano presto con questi show violenti e insensati, perché coprono tutta la parte bella, solare e positiva che c’è dei vegan, fatta da persone che non hanno bisogno di sfogare le proprie rabbie con la scusa degli animali maltrattati.
    E mi spiego anche perché a volte quando dico ‘sono vegan’ vedo sguardi atterriti e si mettono subito sulla difensiva… hanno tutte le ragioni, purtroppo.

    1. già Erbetta a volte bisogna lottare contro i pregiudizi e i predecessori. Cioè non solo contro chi è scettico nel non mangiare carne ma anche a chi è scettico perchè ha già incontrato uno di questi veg people….

  19. Questa è una tra le critiche che più comunemente viene rivolta al Veggie Pride. Stranamente viene rivolta anche la critica opposta, ad esempio che il Veggie Pride è troppo poco radicale, e addirittura quest’anno ci è stata criticata la presenza di alcuni attivisti travestiti con costumi colorati.

    Perché ci sono delle critiche così contrastanti? Dov’è la verità?
    Io credo che nella realtà di fatti ogni attivista sia diverso e ci possono quindi essere quelli che esternano la rabbia in modo molto forte e quelli che invece la sopprimono, cercando di mostrare sorrisi pur sentendo comunque, in fondo, un senso di ingiustizia verso quello che accade agli animali.

    A volte l’empatia verso gli animali induce a voler troncare ogni relazione positiva con il resto della società, sviluppando forti sentimenti misantropi e aggressivi, che peraltro non si evidenziano solo in cartelli che dicono che la carne è uguale alla morte, ma anche mostrandosi molto giudicanti verso chi è “solo vegetariano” oppure verso chi non ha uno stile di vita perfettamente ecologista: anche questa è una velata aggressività, magari fatta col sorriso, ma in grado di ferire come un rasoio.

    A volte, invece, il sentimento di preoccupazione verso gli animali e il desidero che tutti diventino vegan come noi, ci induce ad assumere comportamenti di totale apertura verso gli altri, per la paura che quello che diciamo non sia preso sul serio. Allora elargiamo grandi sorrisi anche a chi dimostra totale disinteresse e cinismo verso quello il grande massacro degli animali.

    Fermo restando che la violenza è sbagliata, è giusto non parlare della rabbia che proviamo?

    E fermo restando che siamo persone integrate nella società e che giustamente desideriamo una vita positiva dal punto di vista relazionale, è giusto mostrarsi “happy” per fini strumentali, cioè per spingere qualcuno a essere come noi?

    Forse bisognerebbe semplicemente cercare di essere quello che si è, senza aver paura di mostrare i propri sentimenti.

    Non c’è nulla di male nel provare rabbia per quel che accade agli animali e per il trattamento che la società riserva loro. La rabbia è un sentimento umano e animale e come tale va accolta. Tutto sta nel saperla gestire e nell’evitare che essa si trasformi in atti violenti verso cose o persone.

    La gioia, poi, dovrebbe essere autentica: mostrarsi fondamentalmente “persone normali” e serene perché lo si è davvero, e non perché in questo modo si attirerebbe gente al proprio stile di vita, sarebbe la cosa più semplice da fare.

    Antonella

    1. Ciao, cerco di risponderti brevemente.
      Gli attivisti colorati li ho visti e mi sono molto piaciuti ma ammetterai che stonavano non essendo in tinta nera come gli altri.

      La rabbia non porta a niente e che la gente non sappia “sopprimerla” non è un problema mio. Non puoi difendere gli animali urlando in faccia alla gente, stai seminando un seme di discordia e di separazione. A me sembra evidente.

      L’empatia verso gli animali non può farti dimenticare di essere un umano. Ghettizzarsi, creare barriere e vincoli non porta che a giornate come quelle. Sottolineare le differenze disunisce e una manifestazione come il veggie pride dovrebbe servire a rendere più accettato il concetto di vivere in maniera non violenta e cruenta. urlare e minacciare e aggredire è l’opposto di quello che le persone in genere chiedono.

      La chiusura porta solo problemi. Se non sei in grado di confrontarti con gli altri hai dei problemi nella base delle tue decisioni e la risposta più facile per slavaguardarti è la violenza. Se sai di avere ragione hai paura di non essere preso sul serio cosa fai urli? Non capisco ancora una volta a cosa possa mai servire.

      La rabbia non è giusta, è indignazione. Se è rabbia allora è altro quello che stai conducendo come percorso, differente dal mio.

      Io non mi mostro happy per spingere nessuno ad essere come me. io sono felice della mia scelta e la condivido con gli altri. Non cerco adepti nè seguaci. Non è il mio interesse. Ma se faccio una manifestazione secondo me per esperienza se mostri gioia riesci a condividere con più persone che se gli uli in faccia che è una merda…ma non solo empiricamente credimi…

      La rabbia non porta mai a niente di buono secondo me, urlare e offendere è un atto violento e controproducente a qualunque tipo di causa.

  20. bdi quello che penso mirko ne abbiamo già parlato sabato…l’unica cosa è che hai usato le mie foto per scopi pubblicitari della tua idea, facendomi passare da “terrorista vegan” quando è tutt’altro….

    1. Di certo non è che la singola persona che uno se la prende ma con l’organizzazione. Comunque problema risolto. E tra parentesi esporsi significa anche prendersi la responsabilità di essere messi in mezzo. By the way problema risolto se la cosa ti da fastidio!

  21. quello che hai scritto, tutto, sono i motivi per i quali invece io ho deciso di non partecipare MAI a manifestazioni del genere, di non condividere mai tutto questo odioc he secondo me arriva anche a superare quello 8in parte inconsapevole) dei mangiatutto, sono i motivi per cui il mondo vegan fa schifo in massima parte.
    perchè le persone come te sono poche.
    e io spero che crescano sempre di più, perchè è di gioia e felicità e amore che c’è bisogno….di violenza e insulti e ignominia la gente, tuta indistamente, ne ha davvero piene le scatole.

    non credo di avertelo mai detto ma anche se non ti conosco di persona (e cazzo rimedieremo prima o dopo no?) sei una persona che stimo davvero.
    un abbraccio, grazie di essere così.
    Bibi

    1. Grazie bibi. A giudicare dai commenti e dal numero di visitatori non siamo pochi! 🙂 Meno male. Quanto a noi potrei invitarti a Luglio uno di quei giorni che sto a Milano tra il 6 e il 9..

  22. Ciao, mirko, pur non essendo parte del gruppo ‘happy’ piu per problemi personali che altro… condivido al 99% quello che hai scritto. l’unico appunto e’ l’utilizzo della parola veg-terrorista. La trovo ingiustificata e violenta.

    Semplicemete erano ragazzi vegan messi al posto sbagliato al momento sbagliato. Hanno confuso la vittima di un sistema con il carnefice, ma non chiamiamoli vegterroristi… non uccidono anzi…

    Ma molti altri invece erano belli e colorati.
    Mancava è vero lo spirito della ‘Parade’, del primo veggie pride a cui ho partecipato in quel di parigi.
    Mancava quella cosa per cui giunto alla fine eri orgoglioso di essere vegan..
    La fine ne e’ stata una conseguenza….

    Ti consiglio di vedere quelle di toronto e new york su youtube, in quelle ho visto qualcosa di diverso, qualcosa che assomigliava ad una PrideParade (Ricordo che la manifestazione si chiama Veggie Pride Parade)

    1. Ciao Paolo, personalemnte io non giudico le persone, riporto quello che ho visto e che ho sentito. Non dico che non bisogna essere incazzati o privi di indignazione verso certi comportamenti che l’essere umano compie nei confronti degli animali. Sono vegan da 10 anni mica per niente. Credo però che non sia questo il modo, se fai un banchetto per raccogliere le firme per chiudere uno stabilimento che fa sevizie agli animali ( è un esempio a caso) non puoi dire alla signora che passa: “anche se lei è una stronza che mangia gli animali ha voglia almeno di firmare per chiudere sto posto?” E’ un estremo ma in sintesi è quello che si è fatto con il Veggie pride Sabato. Mandare a fanculo, urlare, vedere uno schieramento di poliziotti davanti a un negozio (di qualunque fattura e maniera fosse) per me è stato troppo, davvero eccessivo e chi ha iniziato aveva il megafono in mano e parlava di fianco alla macchina. Mi ha fatto dedurre fosse dell’organizzazione. io sono vegan e vivo felice i miei amici amano la cosa e loro sono vegan, vegetariani, onnivori e riusciamo a convivere anzi apprezzano il mio stile di vita e qualcuno si fa del seitan per non mangiare carne a volte. Piano piano si fanno i passi e non criminalizzando. Forse erano ragazzi nel posto sbagliato, ma forse i vegan sono troppo agguerriti a volte. L’atteggiamento violento e aggressivo è tipico del terrorismo in quanto intimidisce per portare credito al proprio credo. Questo mi fa dire vegterroristi. La violenza l’ho rifiutata nella mia vita. Non posso leggere e vedere atteggiamenti violenti in qualcosa che mi riguarda da così tanto vicino e che si fa fatica a portare avanti. Detto ciò grazie per il tuo contributo e spero di essere stato esaustivo nel risponderti. 🙂 Benvenuto qui!

  23. La rabbia non è mai un sentimento che fa bene all’anima…se notate gli animali agiscono con aggressività quando sono attaccati.
    Molto spesso i Vegan diventano tali per salvare il mondo…e poi li guardi e ti accorgi che non sono cresciuti spiritualmente. La differenza fra una persona spirituale e una persona che si è persa è la NON VIOLENZA. Nessun animale morto per mano di un essere umano credo vorrebbe vedere tanta violenza sulla terra per loro.

    1. Sono d’accordo con te, ma io ero lì in mezzo e non mi sento di prendere parte a una manifestazione del genere. mi dispiace, non sarò vegan ma una persona che rifiuta di mangiare carne, pesce e alimenti di origine animale…

  24. Mai violenza rispondere con violenza! Si ottiene esattamente il contrario! Sono perfettamente d’accordo con te figliolo!!!!

  25. ciao a tutt*, sono uno degli organizzatori del corteo italiano. Vorrei dire che questo tipo di critica c’è ogni anno, ed è giustissima sotto alcuni aspetti, un po’ fuorviante sotto altri. Il Veggie Pride, non tanto come insieme di persone che compongono il Comitato Promotore (che è aperto a tutti, le riunioni sono pubbliche e vengono segnalate pubblicamente, quindi chiunque poteva e potrà contribuire dicendo la sua), quanto come principi ispiratori, è un evento che ha dei suoi contenuti ed una sua connotazione precisa, espressa in un manifesto e nelle f.a.q sul sito http://www.veggiepride.it. Nè nel manifesto nè nelle f.a.q. c’è scritto che è giusto insultare o colpevolizzare personalmente gli onnivori, dunque se qualcuno lo fa (io non lo condivido, ma non lo trovo neppure così scandaloso) non fa qualcosa che è “prescritto” dal Veggie Pride in sè. Escludo in modo assoluto che qualcuno dalla macchina che conduceva il corteo abbia mandato “affanculo” qualche passante carnivoro o cose del genere. Senz’altro, invece, molti hanno espresso rabbia per la strage degli animali, e questo lo riteniamo invece giustissimo (così come è legittimo che qualcuno abbia espresso felicità per il fatto di non contribuire a tale strage). Il fatto che ci siano poliziotti di fronte ad un esercizio commerciale, perdonatemi, ma è proprio una critica insensata: non è il veggie pride a metterceli lì, ed è evidente che verrebbero messi lì anche se passasse una Parade. Per quanto riguarda invece i principi espressi, il Veggie Pride non è una Veggie Pride Parade, non vuole esserlo, e se qualcuno vuole fare una Parade non ha che da organizzarla, come avviene in altri paesi (in Francia ed in Italia, invece, esiste solo il Veggie Pride con principi pressochè identici fra i due paesi). Prima di parlare a ruota libera, consiglio comunque di leggere manifesto e f.a.q.: se si viene al corteo e non si è neppure letto il manifesto (che corrisponde alla “piattaforma” delle buone vecchie manfiestazioni, diciamo) si incorre in errori grossolani. Sulla questione del Veggie Pride “triste”, poi, esistono due risposte di due organizzatrici francesi, pubblicate già tempo or sono sul sito italiano: http://www.veggiepride.it/index.php/documenti/52-per-chi-ritiene-che-il-veggie-pride-sia-troppo-triste
    Marco

    1. Ciao Marco, grazie per il tuo intervento. Mandare a fanculo dalla macchina è successo ed ero lì ma quello è il meno. Urlare “il piatto prelibato è morto ammazzato” dalla macchina per me è abbastanza fuorviante. Cosa significa che veg mangi male? boh non l’ho proprio capito. Mi fa piacere il tuo intervento perchè mi chiedo a cosa serva davvero questa triste rabbia urlante ai fini del veganesimo/vegetarismo. Credi che qualche coscienza grazie a quella manifestazione abbia fatto un solo piccolo passo verso il mondo veg? O che sentendosi urlare quelle cose ne abbia preso le distanze. Per informare ci sono attività quali volantinaggio e banchetti informativi, incontri a tema. Per urlare la rabbia degli animali si fanno i sit in a mio avviso davanti ai mattatoi, allevatori di animali per pellicce. Non in un corteo. Ma è solo il mio punto di vista, e degli altri che hanno commentato prima di me. Naturalmente ognuno è libero di agire e di comportarsi come meglio crede. Credo che l’atteggiamento di difendere a spada tratta quei comportamenti violenti durante un veggie pride mi fa prendere le distanze da questa manifestazione come da altre di questo genere. Non esiste la violenza bianca e la violenza nera. Quanto alla polizia…Siamo passati in ticinese davanti alla casa del wurstel, davanti alla trattoria toscana e la polizia era in testa al corteo. Davanti al mcdonald’s (ero in testa al corteo anch’io) stavano ancora davanti. Alle prime urla “Vergogna! Carogne! Fate schifo! Siete delle merde!” La Polizia (visto che è pagata per evitare incidenti) si è schierata davanti mcdonald’s. Morale, non si è schierata davanti gli altri negozi, come mai? Forse perchè l’atteggiamento verso quel negozio e i suoi acquirenti fosse realmente violento?

      Detto ciò io mi batterò , “grossolanamente”, per i diritti degli animali facendo attivismo in strada, facendo cene, cercando di appianare le divergenze e non ponendoci l’accento. Libero io di prenderne le distanze. Liberi voi di proseguire per la vostra strada. Se però ancora nelle mense non si riesce ad avere un’alternativa vegetariana è anche perchè forse si difendono solo le proprie posizioni senza cercare di aprirsi un po’ per primi. Buon Pride.

    2. Il fatto che esista un manifesto implica che non si possa essere in disaccordo…con il manifesto? Come qualcuno ha la libertà di organizzare e di partecipare a questa manifestazione qualcun’altro ha la libertà di distanziarsene con fermezza. Io mi colloco tra quelli. Ognuno ha le sue idee e credo che solo dal confronto si possa arrivare ad una crescita individuale e colletiva. Buona Giornata, Samantha

  26. Condivido pienamente Mirko, al 100%. Comportarsi in questo modo non attrae le persone, non le porta a riflettere, a chiedere, a fare domande per cercare di capire, ad avvicinarsi……questo le allontana e le mette in atteggiamento di sfida, proprio come hanno fatto i clienti del Mac. Bravo Mirko, condivido anche sul mio profilo facebook. Un bacio
    Paola

  27. Credo ci sia un equivoco di fondo, anzi un paio.
    Il primo. Al di là del fatto che secondo me la parola “violenza” è un po’ inappropriata, bisogna distinguere fra l’insultare (diciamo così) delle istituzioni, dei fenomeni, o delle lobbies e l’insultare i consumatori carnivori. Nel primo caso, possono piacere più o meno i toni, ma se si scende in piazza a denunciare il massacro degli animali, non vedo perchè non si possa fare: se fossimo scesi in piazza a denunciare l’olocauso ai tempi del nazismo, avremmo potuto ben dire “il nazismo è un crimine” o “i campi di concentramento sono una m…”. Dunque non vedo perchè non dire che gli allevamenti sono dei lager (se lo pensiamo: ma credo che se siamo lì un po’ tutti lo pensiamo) o che nel piatto prelibato c’è un morto ammazzato, dato che fino a prova contraria nel piatto prelibato, in effetti, c’è proprio un morto ammazzato. Si tratta della differenza fra il dire che il carnivorismo è un omicidio e stigmatizzare i carnivori dicendo che sono tutti assassini. Anche se tecnicamente la seconda afffermazione non è falsa, concordo con te sul fatto che non sia giusto impostare la questione su questo (del resto, praticamente tutti noi siamo stati carnivori per vari anni!). Però, perchè non possiamo dire che mangiare carne è uccidere gli animali? E’ semplicemente vero, ed è quello che vorremmo far notare alla società.
    Il secondo equivoco. Il Veggie Pride non è un’iniziativa che mira (non principalmente) a convertire i passanti al vegetariasmo/veganismo. Ci sono iniziative molto più efficaci: volantinaggi, servizi al tg, festival gastronomici come il Veganchio (che si terrà a settembre). Durante un corteo del genere incontriamo circa un migliaio di passanti, dei quali metà distratti. Ora, pensate che diverse persone si possano prendere l’impengo orgnaizztivo (3-4 mesi di impegno a tratti oneroso) di fare un corteo del genere per “convincere” se va bene 5 o 6 persone a diventare veg? Come impiego delle forze faremmo ridere. Infatti quell’impegno è diretto ad altro: rendere visibile nella società il massacro animale per quello che è, e mostrare che esistono degli “obiettori” a questo massacro, e che questi obiettori non si vergognano. Per inciso, non vergognarsi significa: non trovare scuse come la salute o i benefici per l’ambiente per il proprio vegetarismo se è invece dettato da rispetto delle vite degli animali non umani; non cercare a tutti i costi di apparire simpatici e colorati e accondiscendenti (il che non significa certo voler apparire a tutti i costi antipatici e rabbiosi più di quanto non si senta!).
    Aggiungo una terza considerazione. Il Veggie Pride non è l’unico momento di mobilitazione, anche se sembra essere uno dei più importanti. Non ha il compito di risolvere il dramma degli animali, nè vuole averlo. E’ solo un tassello, e serve solo a certi (limitatissimi) scopi. Se non piace, ci sono altri eventi; se pare insufficiente (a me pare, per es., insufficiente), si possono fare anche altre cose. Su questo, vi invito a leggere un bell’intervento di Agnese Pignataro: http://www.veggiepride.it/index.php/documenti/99-marzia-bauco#agnesemarziabauco

  28. Ciao Marco e benvenuto ancora. Cerco di rispondere ai tre punti.

    1) la violenza per Wikipedia è: La violenza in generale è un’azione molto intensa che ha come fine il recare danno grave a una o più persone o animali e compiuta da una o più persone che operano sinergicamente.
    Col termine si indica comunemente l’azione fisica o psichica esercitata da una persona su un’altra (anche se può, nella specificità del termine, includersi l’azione fisica e psichica di un uomo su un animale).
    La violenza, quindi, non necessariamente implica un danno fisico.
    Ne deduco che insultare e urlare contro una persona che sta mangiando (brutto a dirsi per chi lo fa da mcdonald’s) provocando un disagio è violenza. Urlare a una persona che passa che è un assassino a mio vedere lo è. Punti di vista. Sul concetto di tortura e sevizie degli animali sono d’accordo che si debba protestare ma quello secondo me non è il modo. Puoi dire che mangiare carne è sbagliato dal tuo punto di vista (come lo credo anch’io) ma urlarlo a persone ignare non è bello a mio avviso.

    2) Nessun problema con la natura del veggie pride, semplicemente quest’anno ne ho fatto parte e non mi è piaciuto. Non mi sento in grado di condividere certi atteggiamenti e comportamenti. Viva il Pride, ma io vivrò da un altra parte.

    3) Partecipo e sono attivo in molti modi per diffondere la cultura della non uccisione e non violenza. partecipo a quelli che lo sono davvero secondo il mio punto di vista. Scendere in piazza con gente che dice che se una persona uccide una mucca è da uccidere o da considerare da quel momento il tuo nemico credo sia incompatibile con il mio sentire umano prima che vegano.

    4) Lo aggiungo io, liberi di fare il pride come vi pare. Libero io di non prenderne parte e di spiegare il perchè.

  29. ma sì, come ho detto la definizioen di violenza non era il punto centrale. Anche secondo me può essere definita violenza, anche se per il comune modo di vedere diciamo che è una violenza molto blanda, questo me lo concederai. Trovo però poco animalista lamentarsi del fatto che viene denunciata la violenza degli allevamenti a chiare lettere (che non è violenza blanda, o solo psicologica, ecc. ma la violenza più intensa e grave che esista al mondo) e poi puntare il dito sulla violenza di chi ha detto a qualcuno che mangiare un hamburger è violenza. Non credo proprio che le mucche o i polli seviziati quotidianamente per gli hamburger sarebbero contenti pensando che neppure noi che ci rifiutiamo di mangiarli abbiamo la volontà di dire (magari con pacatezza, ma con decisione!) che quella è una strage.
    Sul punto 3, voglio sperare che nessuno abbia detto che “se una persona uccide una mucca è da uccidere”; in ogni modo non rispecchia il pensiero del veggie pride. Ma ho il sospetto che per alcuni, anche vegan, osare dire “uccidere una mucca è un crimine” è come dire che bisogna ammazzare tutti i carnivori.

  30. Il Veggie Pride è spesso accusato di essere una celebrazione dei vegan perché parla dell’orgoglio di essere vegani e vegetariani, mentre si dovrebbe parlare del dolore degli animali. Così dicono.

    Ecco, a me sembra che l’orgoglio di essere vegan o vegetariano sta soprattutto nel voler raccontare i fatti così come stanno e cioè che quello che accade agli animali è una violenza inaudita e oceanica.

    Se la società ci chiede di essere easy, allegri e simpatici, lo fa solo perché vuole che nemmeno noi, che siamo dalla parte degli animali, raccontiamo la loro sofferenza. Semplicemente perché questa sofferenza non la vuole sentire.

    Se gli animali potessero esprimere il loro dolore, non marcerebbero in modo gioioso, ma denuncerebbero la violenza che subiscono.

    Il Pride sta soprattutto nell’avere il coraggio di dire che quello che succede agli animali fa piangere e stare male, avere il coraggio di dirlo senza remore e senza farsi ricattare da chi ci direbbe che siamo violenti.

    Bisogna trovare il coraggio di osare e parlare del dolore degli animali, senza aver paura di quello che le persone pensano di noi.

    1. Se avessi paura di sapere quello che la gente pensa di me non avrei un blog. Se intendi continuare a trincerarti dietro le tue motivazioni senza mettere in discussione il modo, mai detto niente sul cosa, continua pure. non avrai il mio aiuto. nè quello di altre persone che pensano che si possa fare meglio. Tutto qua. Buon Pride, protesto in altro modo. Non dividendo e mettendo barriere come questi commenti stanno facendo (“adeguati oppure ne faremo a meno di te se non ti va bene”). Io lo faccio in altro modo ma sono felice che tu abbia esposto il tuo punto di vista. E’ molto utile ed edificante.

  31. Mi sembra di aver parlato del modo, infatti, visto che sul cosa siamo d’accordo tutti.

    E il modo del Veggie Pride non mi sembra sia stato violento, visto che un conto è dire che la violenza contro gli animali è un crimine e un conto è spaccare una vetrina.

    A me sembra che tu confondi le due cose, e questo secondo me non è corretto.

    Comunque le cose che stai mettendo tra virgolette io non le ho mai dette. Le virgolette si usano quando si citano le parole esatte di qualcun altro, non quando si fa di esse un’interpretazione.

    Ciao

  32. Ciao Mirko, bell’articolo. Ho letto tutti i commenti, e confermo il fatto che in alcuni ambienti veg* se non sei veg* “puro”, ma solo vegetariano ti senti inferiore. Non voglio fare nomi, ma facevo parte di un’associazione, da cui mi sono allontanata perchè troppo “estremista”, del tipo carne=cadavere, e la gente onnivora con cui ti rapporti, se gli dici che mangia cadaveri, permetti, ma un pò ci restano. Ok lo shock, ma bisogna informare diversamente. E l’ambiente era molto chiuso…Non bisogna imporre ma comunicare e far capire le cose. Io sono diventata vegan, per poi passare a vegetariana, e ora limito al minimo i derivati. Penso che ognuno deve star bene anche con se stesso e non imporsi “limitazioni”.
    Concordo poi sul fatto che il Veggie Pride così “organizzato” non fa altro che dipingere la “categoria” veg* come degli estremisti-pazzi-aggressivi, e non mangiando carne l’aggressività dovrebbe non dico sparire, ma sicuramente diminuire.
    Un abbraccio
    Irene

  33. Per la cronaca, il Veggie Pride è tra le poche iniziative animaliste che vuole unire vegetariani e vegani insieme. Addirittura c’è chi critica questa impostazione perché ritengono che i vegan siano migliori dei vegetariani. Altri non vengono alla manifestazione proprio perché noi accogliamo i vegetariani.

    Spesso i vegan che non vogliono un’impostazione triste alle manifestazioni animaliste, sono poi gli stessi che giudicano in modo molto pesante – magari anche con un bel sorriso – chi mangia la mozzarella o il cornetto alla crema.

    A questo punto chi è più “aggressivo”?

    Una persona che durante una manifestazione – contesto appropriato – dice le cose come stanno, cioè che quello che accade agli animali è terribile, oppure chi vuole un Pride in stile carnevale di Rio e poi nei rapporti interpersonali ti fa notare che non usa i piatti di plastica o gli assorbenti perché inquinano, facendoti sentire in colpa poiché incoerente nello stile di vita?

  34. Condivido tutto, penso che un buon piatto da mangiare valga molto di più di tanti discorsi, in campeggio dove passo l’estate gli amici hanno lasciato la carne per mangiarsi le bruschette con le varie salsine

  35. Non posso che essere d’accordo con quanto detto da Marco e Antonella. Io credo che tu Mirko, e tutti quelli che sostengono la tua visione del veganismo come “stile di vita”, siate lontani anni luce dall’interiorizzare o anche solo comprendere il significato di un’istanza come quella antispecista, che trascende l’esperienza individuale per andare ad incidere su quella collettiva (abolire la schiavitù animale, o almeno provarci). Per voi, il punto non è “rispettare gli animali”: il punto sembra essere il rispetto che deve intercorrere tra veg*ani e onnivori. Non stiamo parlando di rispetto o meno per chi è onnivoro in quanto individuo, ma di rispetto per una scelta, che non si limita a teoria ma si traduce in azione: scegliere di opporsi ad uno sterminio sistematico, o scegliere di esserne complici. Nel momento in cui si afferma la complicità silenziosa (più o meno consapevole) di chi mangia animali, non si sta accusando un individuo secondo chissà quale pregiudizio, ma come conseguenza di una sua precisa scelta, di una sua precisa azione, non priva di conseguenze per gli animali che muoiono nei lager. La premessa necessaria per compiere una scelta è essere informati, quindi il Veggie Pride può essere tutt’al più visto come un momento “informativo”, ma sicuramente non di proselitismo, durante il quale presentarci quali imbonitori di una dieta o di uno stile di vita (non siamo lì a fare pubblicità del veganismo, che rende tutti più belli, buoni e sani). Di più, il Veggie Pride è un momento nel quale chi si oppone allo sfruttamento animale per scopi alimentari nelle proprie scelte quotidiane va a manifestarlo a gran voce in piazza, non per convincere altri a fare altrettanto (tanto meglio se accade anche questo, ma l’interlocutore principale è la società nel suo complesso), ma per affermare pubblicamente che “giusto” e “sbagliato” non sono concetti relativi in questo caso, e tutte le opinioni non sono parimenti rispettabili (per quale ragione dovrebbe essere considerata “rispettabile” l’opinione di chi ritiene lecito uccidere miliardi di animali per soddisfare il proprio palato? Solo una risposta: per specismo).
    Quando parli di violenza, scivoli palesemente nello specismo (direi quasi nella vegefobia): davanti a miliardi di animali sterminati per un’abitudine e per profitto,la tua preoccupazione è di condannare la violenza verbale e visiva per cori e striscioni che si limitano a palesare in maniera diretta e immediata gli orrori che siamo scesi in piazza a denunciare (e che secondo te dovremmo, invece, occultare). Parli di veg-terroristi, come se il terrorismo fosse quello di opporsi senza mezzi termini ad un olocausto, anziché perpetrarlo. La cosa più grave è che da quanto scrivi emerge qualcosa di realmente preoccupante, ossia che la schiavitù animale, a tuo avviso, non legittima nemmeno l’uso della violenza verbale (quando poi, fai coincidere “descrizione della realtà” con “violenza”).

    1. Beh forse è meglio che rileggi l’articolo e i miei commenti. Ci sono cose che non collimano quale la tua ultima frase. Sono felice che tu la pensi in maniera differente dalla mia. Sono contrario ad ogni sfruttamento degli animali e delle persone. Non riesco a odiare e a mostrare cattiveria. E’ un mio limite. Grazie per urlare al posto degli animali contro chi li uccide. Fatelo anche per me perchè non ne sono capace come voi. Sono un vegan meno bravo…

    2. Purtroppo i fatti e gli altri commenti dimostrano che si può fare. Non ho mai detto di occultare nulla nè che le realtà dei macelli non siano da presentare. C’è luogo e modo. La vedo così. Forse sono poco moderno e poco incazzato rispetto a voi. Ma attesto il modo di essere diverso e lo perseguo. Libero, tu, di perseverare nel tuo agire.

    3. Replico punto per punto:
      “Io credo che tu Mirko, e tutti quelli che sostengono la tua visione del veganismo come “stile di vita”, siate lontani anni luce dall’interiorizzare o anche solo comprendere il significato di un’istanza come quella antispecista, che trascende l’esperienza individuale per andare ad incidere su quella collettiva (abolire la schiavitù animale, o almeno provarci)”.

      Ah sì? Sei così tanto empatico verso gli animali da non essere empatico con chi è uomo e la pensa diversamente da te, mi pare. Può darsi, che ognuno abbia la sua visione della cosa. Anzi, per quel che mi riguarda potrei dire che chi non agisce come me o come Mirko non ha raggiunto una crescita interiore adeguata per riuscire a generare cambiamento intorno a sè solo con il suo esempio ma potrebbe anche essere che ognuno la pensa come vuole. No?

      “Per voi, il punto non è “rispettare gli animali”: il punto sembra essere il rispetto che deve intercorrere tra veg*ani e onnivori. Non stiamo parlando di rispetto o meno per chi è onnivoro in quanto individuo, ma di rispetto per una scelta, che non si limita a teoria ma si traduce in azione: scegliere di opporsi ad uno sterminio sistematico, o scegliere di esserne complici. ”

      Aspetta…fammi capire…tu stai dicendo a dei Vegan/Vegetariani che diffondono la scelta Vegan, in alcuni casi da parecchi anni che….non rispettano gli animali? Mi sembra azzardato. Io mi oppongo a questo sterminio sistematico con il mio esempio quotidiano, con la diffusione di argomenti Vegan sul mio blog, fondando un Gruppo di Acquisto Solidale Vegan nella mia città e facendo riflettere chi vuole farlo. E per il momento ho ottenuto ottimi risultati, credimi.

      “La premessa necessaria per compiere una scelta è essere informati, quindi il Veggie Pride può essere tutt’al più visto come un momento “informativo”, ma sicuramente non di proselitismo, durante il quale presentarci quali imbonitori di una dieta o di uno stile di vita (non siamo lì a fare pubblicità del veganismo, che rende tutti più belli, buoni e sani)”.

      L’informazione non arriva semplicemente perchè la si fa. E’ piuttosto importante “il come”. Molte persone che ho intorno si sono avvicinate a questo mondo, hanno iniziato ad essere consapevoli. Ho un’amica che ci ha messo un anno per essere pronta a vedere certe cose. Durante quell’anno ha visto tramite la mia esperienza cosa volesse dire essere Veg. Prima non era pronta. Credo che questa sia la condizione psicologica di molte persone. Non si può non tenerne conto.

      “per quale ragione dovrebbe essere considerata “rispettabile” l’opinione di chi ritiene lecito uccidere miliardi di animali per soddisfare il proprio palato? Solo una risposta: per specismo.”

      Certo che ogni tanto cercare di capire quanti vincoli sociali e culturali esistono sarebbe utile. Ma che specismo??Dovrei sputare in faccia a tutti gli onnivori che conosco??Ridurre la questione alle “gioie del palato” è lontano anni luce dalla mia mentalità.

      “Quando parli di violenza, scivoli palesemente nello specismo (direi quasi nella vegefobia): davanti a miliardi di animali sterminati per un’abitudine e per profitto,la tua preoccupazione è di condannare la violenza verbale e visiva per cori e striscioni che si limitano a palesare in maniera diretta e immediata gli orrori che siamo scesi in piazza a denunciare (e che secondo te dovremmo, invece, occultare).”

      Quando parla di violenza scivola palesemente nel concetto gandhiano di nonviolenza, altro che nella vegefobia! La violenza genera violenza. Se vogliamo fermarla dobbiamo smettere di essere violenti. La parola può essere violenta, uno suardo può essere violento. Gandhi la pensava così e di certo ha ottenuto qualche risultato!

      “La cosa più grave è che da quanto scrivi emerge qualcosa di realmente preoccupante, ossia che la schiavitù animale, a tuo avviso, non legittima nemmeno l’uso della violenza verbale (quando poi, fai coincidere “descrizione della realtà” con “violenza”).”

      Credo che i punti di partenza siano troppo distanti. Quello che scrivo io ti sembra specista, accondiscendente e chissà che altro. Quello che scrivi tu è per me incomprensibile. Nessuna violenza legittima un’altra violenza. Per me è così.
      Non credo che tu sia specista o brutto, sporco e cattivo. Credo che tu abbia un modo diverso dal nostro di portare avanti il tuo pensiero, non per questo chi non si comporta come te è specista.

      Buona giornata,
      Samantha

  36. Come ha detto Luca, non si tratta di odiare e mostrare cattiveria verso qualcuno, ma di prendere una posizione contraria al grande massacro.

    Non c’è nulla di male nell’esprimere una posizione contraria verso qualcosa, se questa cosa è ingiusta, e non c’è nulla di male nell’esprimere questa contrarietà con veemenza.

    Le persone vegetariane e vegan sono persone umane normali, integre, che hanno impulsi di fratellanza, ma anche assertività e fermezza, come tutti.

    L’amore e la rabbia sono componenti dell’animo umano e animale e devono essere integrate in modo sano, non si può pensare che i vegan debbano essere buoni e puri, infinitamente perfetti.

  37. Shekkaballah: raramente il mondo si cambia rimanendo nel proprio comodo. A volte le azioni un po’ estreme sono necessarie, per riuscire a ribaltare quello che e’ un concetto, una presupposizione, o un opinione ampliamente accettata. La maggior parte delle rivoluzioni sono accadute cosi’, perche’ c’e’ stata gente che ha denunciato le cose come sono, senza addolcirle, senza usare diplomazia. E’ ovvio che questo non e’ il modo per ‘popolarizzare’ la scelta vegana. Questo e’ il modo per mostrare la realta’. Se ne conosci un altro, ti prego di illuminarci a riguardo: come faresti tu a raccontare la verita’ sugli animali alle persone senza in qualche modo provocare una sensazione anche minima negativa in loro. D’altro canto, per popolarizzare la scelta vegana ci sono tanti altri modi, ma secondo me ogni modo e’ essenziale, e uno non puo’ esistere senza l’altro.

    1. Ciao Valentina grazie per l’intervento. All’interno dell’articolo e dei commenti ci sono le risposte a quanto chiedi. Ci sono luoghi preposti per ogni cosa. non condivido il modo di fare del veggie pride italiano. E’ una colpa? Ok condannatemi. Pazienza. Quanto allo stare comodo, direi che fare il volontario per i canili, avere un blog che diffonde la cultura vegana, organizzare corsi di cucina vegana, partecipare ad iniziative informative, direi che è altro che stare comodo. Quanto alla violenza come mezzo, vorrei solo farti notare che il paese chiamato India ha circa 800 milioni di abitanti. E’ stato liberato dal colonialismo inglese attraverso la voce di un uomo di nome Gandhi che non può essere citato nelle manifestazioni a favore degli animali e non emulato nel muoversi verso il livello di consapevolezza da lui raggiunto. Beh Gandhi ha liberato l’India senza la violenza a quanto ne so. Tu da che parte stai?

  38. Poco più di un anno fa sono capitata casualmente in veganblog mentre cercavo la ricetta dei falafel. Mi si è aperto un mondo. Subito dopo ho conosciuto questo bellissimo blog di Mirko. Posso dire che grazie a veganblog e al blog di Mirko sono passata da una dieta onnivora ad una dieta in cui ho ridotto enormemente i derivati animali, trovando alternative vegane alle mie ricette precedenti. La mia cucina è molto più varia e colorata di prima (alla faccia di “cosa mangiano i vegani?”) e io sto molto meglio, sia dal punto di vista fisico che per quanto riguarda tutto il resto… inoltre, sto cercando di far conoscere veganblog a molte persone. Dalla descrizione che Mirko ha fatto della manifestazione, credo fermamente che i passanti abbiano pensato che i vegani sono tutti degli esaltati, e che si siano inorgogliti per il loro essere carnivori. Putroppo la psiche umana funziona così. Ne vale la pena di dar sfogo alla propria rabbia se la reazione della gente è questa? Lo scopo è sensibilizzare le persone o dare sfogo alla propria rabbia? In conclusione, grazie Mirko, il mio cambio di alimentazione è dovuto in buona parte alla tua attività di sensibilizzazione e alle tue fantastiche ricette!

    1. Giulia mi hai commosso davvero. Sono sensibilmente felice delle tue parole. Mi hai appena dimostrato che la via della non violenza funziona. E aiuta moltissimo! Grazie di cuore per il tuo intervento. 🙂

  39. Inoltre non tutti si avvicinano al mondo veg per motivi etici, per l’amore verso gli animali o la salute del pianeta; in tanti ex onnivori prevalgono motivi salutistici, e poi magari, partendo di lì, si raggiungono altre consapevolezze, si espandono altre sensibilità, certo, secondo me, molto più facilmente se non se si viene aggrediti, se non si punta il dito contro la poca coerenza (magari perché non mangi carne ma poi giri con la borsa firmata o le scarpe di pelle o il foulard di seta). La maggior parte delle persone che conosco è del tutto indifferente alla sorte degli animali, mentre è molto più sensibile alla propria salute. E allora? Se arriviamo all’obbiettivo di non uccidere gli animali facendo leva su motivazioni diverse che male c’è?

    1. Esatto Pippi la vedo esattamente come te. E devo dire che il Commento di Giulia è davvero attestazione che si può fare di meglio. Io mi impegno nelle forme che ritengo migliori a portare la mia testimonianza. Cercare di convertire per un qualche motivo a mio avviso è utile come lo scampanellare dei testimoni di Geova. Senza offesa per nessuno.

  40. Ciao Mirko, sono Antonella di Genova. Ma guarda te! Non passo a trovarti per qualche giorno e mi tocca leggere più di 80 commenti. Molti anni fa ho lavorato per breve tempo nel settore agroalimentare e se discutiamo di allevamenti, macelli e impianti di mungitura, posso vantare un’esperienza diretta e comprendere in pieno anche la rabbia di quei manifestanti, se hanno visto quello che ho visto io (i box per il bestiame, le carcasse appese, l’odore del sangue me li ricordo come se fosse ieri e invece sono trascorsi 20 anni). Confrontiamoci pure, ma cerchiamo di non perdere di vista lo scopo di queste iniziative che è poi l’eliminazione della violenza nei confronti degli animali. Sono andata subito a dare un’occhiata al sito del Veggie Pride e sono decisamente perplessa: vegefobia come omofobia, testimonianze di vegetariani disgraziatissimi, isolati da amici e parenti. Insomma, mia figlia minore non ha mai voluto mangiare la carne della mensa scolastica e dal primo anno di asilo fino alla quinta elementare ha sempre avuto la possibilità di ottenere un pasto vegetariano, così come i bimbi di religione islamica e ebraica hanno il pranzo senza carne suina. La possibilità di richiedere questi menù per motivazioni etico-religiose per fortuna esiste e non ci sono state obiezioni o critiche da parte delle maestre o degli altri bambini (ha destato maggiore stupore l’esonero dall’ora di religione, ma qui si apre un altro discorso). Temo che questi gruppi siano autoreferenziali e che, alla fin fine, l’energia profusa in queste iniziative possa essere indirizzata meglio. Ma forse, sbaglio a criticare, in fondo io non ero presente e non conosco nessuno dei manifestanti, magari molti di loro fanno tanto a favore degli animali. E’ fondamentale sostenere le proprie posizioni ed esprimerle con chiarezza, ma è ancora più importante l’azione, intesa come esempio nella vita di tutti i giorni. L’articolo pubblicato su LABORATORIO VEG in questo senso è veramente illuminante. Grazie, Samantha, anche se non ti conosco e grazie anche a te, Mirko, per gli spunti che questa discussioni ha fornito.

    1. Grazie mille a te Antonella per il contributo. Fa piacere vedere il fermento che c’è sull’argomento e sulla natura dei punti di vista. Ammiro te e tua figlia per le scelte che avete fatto. Un altro modo di vivere è possibile e noi ne siamo la testimonianza. 🙂

      1. Ciao Antonella,
        mi fa piacere che ti sia piaciuto quell’articolo! La bella notizia a questo punto è che anche io mi trovo a Genova e che faccio parte di un bellissimo GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) Vegan che ti aspetta a braccia aperte in occasione della prossima riunione. Cercami su FB che ti aggiungo al gruppo!!!

  41. Scrivo perché sono veramente stanco di tutte queste polemiche! Con queste divisioni tra i veg* si andrà avanti veramente di poco! Sono d’accordo con te Mirko!
    Faccio fatica a capire perché quelli che non urlano in piazza e non si mostrano incazzati devono essere accusati di stare in una posizione comoda e addirittura di vegefobia. Non credo che un vegano che sia attivista sia un eroe e tutti gli altri dei fifoni semmai credo che faccia una scelta di vita che consideri più appropriata per sè. La rabbia muove la ribellione e infatti i vegani attivisti antispecisti si pongono in opposizione a una società specista e menefreghista. Opposizione non significa soluzione dei problemi! Tutti coloro che scelgono di fare uno stile di vita più comune portando avanti altre soluzioni per mostrarsi veg* trasformano la lotta in dialogo e se non ci fosse questo sarebbe impossibile per molte persone la validità di affrontare la possibilità di diventare veg* oggi. I vegani attivisti si scagliano spesso contro la salute ma rispettare gli animali significa anche rispettare la nostra salute e quello dell’ambiente non mostrarsi salutisti e fissati con il purismo.
    Adottare come unica soluzione quella di separarsi da tutto e tutti e diventare ecoguerrieri può essere spesso anche solo una fase di una vita di una persona e infatti capita spesso che ci sono ex attivisti che ritornano ad essere onnivori (quasi carnivori) schifando il periodo che hanno vissuto prima. Conosco persone che lavorando sulla rabbia, il disgusto che hanno smosso le loro coscienze continuano a portare i loro ideali perché quella rabbia l’hanno trasformata in carica propositiva. La rabbia deve essere espressa e non giustificata perché se non vediamo quello che porta ci rende ciechi e non riusciamo a vedere noi stessi e diventa solo forza distruttiva senza lasciare possibilità alla creazione. Mirko non ha mai detto che non serve l’informazione ma ha esprresso il suo ( e non solo) desiderio di vedere l’espressione postiva del proprio stile di vita e ha visto soltanto rabbia, rabbia e rabbia. Io da veg* non partecipo a certe manifestazioni per lo stesso motivo e allo stesso tempo non consiglio nessuno di andarci perché tra i veg* non c’è coesione come spesso capita in altri gruppi, non siete molto diversi da altri che tagliano fuori chi non la pensa come voi. Date la sensazione di credervi forti, speciali ed evoluti ma ci vuole coraggio e forza per incarnare le proprie idee nella vita di tutti i giorni ve l’assicuro!!
    In ogni caso ringrazio tutti colro che si sbattono per migliorare questa società e ringrazio che ci sono differenti percorsi per farlo!
    Grazie a Mirko per questo spazio!

  42. “Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente vincere l’odio con l’amore, la menzogna con la verità, la violenza con l’abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell’educazione di un bambino. Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, I’imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un’insopportaibile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno. Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.”

    Gandhi, la stessa meravigliosa persona che diceva “Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”.

    Non credo che fosse specista.

  43. sono profondamente d’accordo con il tuo punto di vista, la violenza è sempre negativa a prescindere dalle motivazioni/obiettivi che si pone 🙂
    stay human

  44. Ciao Mirko,
    leggo sempre con piacere il tuo blog, come mi piacciono molto le tue ricette su veganblog (a proposito, e’ da parecchio che non pubblichi nulla). Mi trovi d’accordissimo sull’argomento, hai espresso in modo ottimale quello che penso anch’io.
    Io non mangio carne da 13 anni, limito al minimo uova e latticini (a casa li evito totalmente, quando sono fuori a volte prendo qualcosa per mancanza di alternative) ormai da tre anni e in tutto questo tempo ho notato che non serve a nulla essere aggressivi con gli onnivori, anzi, e’ controproducente. E’ molto meglio rispondere in modo pacato se ti pongono domande, invitare gli amici a cena e far trovare piatti gustosi.
    Anche perche’ penso che solo i bambini non sappiano da dove derivi la carne (sul discorso dei latticini e delle uova in effetti e’ piu’ complesso, io stessa non sapevo nulla a riguardo), gli adulti lo sanno benissimo, non credo che serva essere un genio per capire che la carne che mangiano ha creato sofferenza. Eppure molti continuano a consumarla lo stesso, credo che siano una percentuale davvero bassissima coloro che cambino idea vedendo immagini cruente o sentendosi insultati.
    Facendo un paragone e’ come educare un bambino urlandogli contro quando fa qualcosa che non va, oppure insegnarli con pazienza quali sono le cose giuste… Qual e’ il metodo migliore? Con quale dei due capira’ davvero cosa deve fare?
    Purtroppo anche in rete ci sono esempi di veg-fanatismo, siti dove utenti dicono che hanno tagliato i ponti con i genitori perche’ non hanno fatto la stessa scelta (ho letto persino di persone che dicono di odiarli per questo), ma credo che questo difficilmente faccia avvicinare qualcuno, anzi.
    Il tuo sito invece offre sempre spunti interessanti, come altri in rete (complimenti ad esempio a Samantha per laboratoriveg) e sono contenta di avervi scoperto.

  45. Sono vegetariana da poco e lo sono diventata grazie a blog come questo. Spesso quando parli con le persone, persino gli amici, si mettono quasi a ridere pensando che è un mio momento di follia. Io sono invece sicura che la folle non sono io. Io posso rispondere solo che ognuno fa le sue scelte personali nella vita e non pretendo di imporre agli altri le mie. Però alla domanda se hanno mai visto come vengono uccisi gli animali che mangiano tutti smettono di guardarti negli ochci ed evitano il discorso. Ma non mi metto ad urlare a loro che sono assassini o gli faccio vedere foto sanguinanti. Oggi, in un mondo dove tutta l’informazione possibile è accessibile a tutti, non sono io che devo fargli vedere le cose. Credo che si possa suggerire…..ma il resto spetta alla coscienza di ognuno. Approvo in pieno il tuo post sul Veggie Pride. La violenza sta non solo nelle azioni ma anche nelle parole……

  46. Caro Mirko,
    non potrei concordare di più con quanto scrivi sul “terrorismo vegano”.
    Anche io credo che la gente non abbia voglia di sentirsi accusata ed attaccata e certi atteggiamenti non vanno sicuramente a favore della causa.

    In genere la gente crede che essere vegani voglia dire mangiare tristi insalate ed essere palliducci ed emaciati e invece no, concordo con te nel fare vedere, essendo semplicemente noi stessi, che chi non mangia carne, pesce ed altri derivati è in forma, attivo e forte.

    Altrimenti si rischia di mettersi sullo stesso piano dei “provocatori carnivori”.
    T.
    Megliomeno

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